In ricordo di Raffaello Vergani
Mostra bibliografica in occasione della scomparsa del prof. Vergani
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- In ricordo di Raffaello Vergani
- 2025-06-10T00:00:00+02:00
- 2025-06-19T23:59:59+02:00
- Mostra bibliografica in occasione della scomparsa del prof. Vergani
La Biblioteca di Storia rende omaggio al Professor Raffaello Vergani, stimato docente di Storia economica e sociale dell’età moderna presso l’Università di Padova, scomparso il 24 maggio scorso.
Dal 10 al 19 giugno 2025 sarà allestita una mostra bibliografica degli scritti da noi posseduti, per celebrare il suo contributo accademico e umano.
Ricordiamo il Professor Vergani attraverso il ritratto del collega professor Alfredo Viggiano, che ne ha voluto sottolineare l’eredità scientifica e il valore personale:
«Fin da piccolo sono stato attratto dalla chimica e dalla mineralogia, poi c'è stato l'amore per la montagna, poi l'impressione che mi fecero i forni di Valle Imperina. Ho cominciato a lavorare nell’archivio di Venezia, poi alla fine degli anni Settanta sono venuto a Riva a conoscere quelle cose che non si trovano sui libri: l’aria, la luce, il suono della lingua, lo spirito dei luoghi e della gente, cose che arricchiscono».
Passione scientifica, frequentazione delle testimonianze, archivio di un mondo tramontato per sempre, ma sopra queste – necessariamente collegate ad esse – le connotazioni fisiche, naturali, ed esistenziali di un ambiente unico e amatissimo, di cose, di suoni, di esseri umani. Così Raffaello Vergani diceva la sua gratitudine nei confronti dell’amministrazione comunale di Rivamonte, che nel dicembre del 2014 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria.
Raffaello, nato a Montebelluna nel 1937, ci ha lasciato il 24 maggio. Chi lo ha conosciuto racconta che il periodo del Covid e più recenti malanni avevano intaccato il vigore dei suoi interessi. Non poter frequentare con l’antica, consueta libertà i luoghi in cui quelle passioni trovavano la loro realizzazione – gli spazi, anche angusti, delle sale di studio di archivi e biblioteche che conservavano tracce tenaci delle memorie locali, così come gli spazi ampi, ariosi dell’Agordino, della Val Zoldana, della Valle Imperina – non aveva comunque cancellato i tratti del suo carattere riconosciuti da tutti coloro che l’avevano frequentato nel corso dei tanti anni del suo insegnamento nell’Ateneo patavino. Un riserbo, forse una timidezza, che si aprivano immediatamente, e sollecitavano, la disponibilità al dialogo; un’ironia densa d’arguzia, che poneva eventi e giudizi alla giusta distanza prospettica, in modo da poterli soppesare con la massima precisione possibile; lo sforzo di conservare la giusta distinzione, ben sapendo quanto sia difficile e forse impossibile, fra giudizi di fatto e giudizi di valore. La franchezza e la precisione della sua attitudine esistenziale si ritrovano nel nitore delle sue pagine. Non c’è bisogno di troppe parole per dir bene una cosa, basta sapere che non si riuscirà mai a restituire tutta la complessità del garbuglio della vita, di quella presente e di quella trascorsa: questa potrebbe essere la cifra del suo metodo.
Se si dovessero appiccicare etichette alle sue scelte storiografiche – un gesto che probabilmente non avrebbe gradito – potremmo dire che gli interessi di Raffaello Vergani si sono mossi fra la storia dell’ambiente e la storia sociale del lavoro, fra la storia della metallurgia e dell’industria mineraria e la storia della gestione delle risorse idriche, della politica delle acque e del paesaggio agrario. Dei suoi molti lavori possiamo almeno ricordare: La Brentella. Problemi d’acque nell’alta pianura trevigiana nei secoli XV e XVI (Treviso-Fondazione Benetton 2000), Miniere e società nella montagna del passato. Alpi venete, secoli XIII-XIX (Verona-CIERRE 2003), e fra i più recenti Zoldo. Uomini e industrie, strade e montagne di una valle alpina fra XIV e XX secolo (Verona-CIERRE 2020) e Il ferro delle Dolomiti. Miniere, metallurgia, produzione dal XII al XVIII secolo (Verona-CIERRE 2024). Oltre i numerosi saggi pubblicati in riviste italiane e internazionali, deve essere ricordato il contributo del 1983: Una comunità mineraria di montagna: Riva d'Agordo per la Storia d’Italia Einaudi, Annali 6, Economia monetaria. Economia naturale, a cura di Ugo Tucci. In occasione del conferimento della cittadinanza di Rivamonte, a conferma di una circolarità di attenzioni che trascorrevano dal presente al passato, dal passato al presente ricordava i dialoghi, indispensabili per la realizzazione di quella ricerca, intrattenuti con i componenti delle locali famiglie dei Fossen, dei Mottes, dei Rosson: gli attuali eredi dei protagonisti delle vicende settecentesche che aveva ricostruito attraverso le testimonianze dei notai.
E' disponibile anche la bibliografia dei testi esposti.
dal 10/06/2025 al 19/06/2025 (Europe/Berlin / UTC200)
Biblioteca di Storia