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Sistema Bibliotecario di Ateneo
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Incontri d'autore - Persone oltre la mente. con Federico Zilio

In questo incontro del ciclo di eventi "Incontri d'autore" discuteremo con il professor Federico Zilio della sua ultima opera

pubblicato: 03/04/2025

Con “Incontri d’autore“ intendiamo creare dei momenti di confronto fra gli autori di recenti monografie di area filosofica, studenti e professori. Gli incontri prevedono una presentazione con un taglio che la renda accessibile anche ai non esperti e un ampio spazio riservato alla discussione.

In questo incontro, il professor Federico Zilio, ci presenta la sua nuova opera: Persone oltre la mente. Neuroetica dei disordini della coscienza.

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Abstract

Un paziente in stato vegetativo non è più una persona o è pur sempre una persona? Tale domanda può sorgere legittimamente di fronte a pazienti con disordini della coscienza che, nonostante i recenti sviluppi neurotecnologici, sono ancora oggetto di uno studio molto complesso e pregno di implicazioni etiche cruciali. Un’indagine sui cardini concettuali alla base di questo tema è ancora parzialmente manchevole – soprattutto rispetto all’antropologia di fondo che ispira la neuroetica; il volume propone perciò una riflessione sul concetto di persona in senso morale, ontologico e storico, per poi declinarlo all’interno dell’ambito dei disordini della coscienza, con attenzione particolare alle questioni neuroetiche e bioetiche dello stato vegetativo. Che cosa intendiamo quando parliamo di persone? I pazienti con disordini della coscienza sono persone? Può un’indagine analitica e storico-concettuale guidare la neuroetica nella cura e nella gestione clinica di tali pazienti? Si tratta di interrogativi che non riguardano solo il campo teoretico-filosofico, ma che si agganciano direttamente a un’esigenza pratica di ripensamento del significato del concetto di persona, sia attraverso un approccio etico-ontologico sia alla luce dei recenti studi neuroscientifici.

 

Nel 2015 a mio padre venne diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica. Come è risaputo, la SLA è una patologia neurodegenerativa caratterizzata principalmente dalla progressiva paralisi dei muscoli volontari. Negli anni successivi, mio padre perdette gradualmente la capacità di muoversi, fino a rimanere costretto a letto e immobile, tranne che per gli occhi e le palpebre che gli permettevano di comunicare con noi tramite un eye tracker (un dispositivo che misura la posizione e il movimento degli occhi per selezionare lettere e parole sullo schermo) o, molto semplicemente, con lo sguardo. In gergo clinico, questa situazione è solitamente chiamata sindrome locked-in classica. Nell’ultimo periodo della sua vita, questa ultima capacità comunicativa si indebolì rendendo ancora più difficoltosa la comunicazione o – in alcuni momenti – impossibile; sempre in termini tecnici, questa è considerata la transizione verso la cosiddetta sindrome locked-in completa.
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri questo con i disordini della coscienza; d’altronde, la SLA è una malattia del motoneurone e in genere non colpisce – almeno direttamente – la coscienza, mentre la sindrome locked-in non è solitamente categorizzata come un vero e proprio disordine della coscienza (sebbene alcuni studiosi – come il sottoscritto – ritengano che possa comportare alcune alterazioni della coscienza nella forma completa della sindrome). Il punto però è un altro. Mentre mio padre era nella fase di paralisi quasi totale, a volte poteva capitare che alcune persone parlassero di lui in riferimento al periodo precedente la malattia, come se riuscissero a pensare a lui solo in base al loro ricordo di quando era in salute, con il carattere e la personalità che tutti conoscevano. Eppure, lui è sempre stato presente con noi fino alla fine, pur nelle difficoltà comunicative, nell’assenza di movimento e nella perdita di tutta una serie di possibilità e capacità tipiche di un essere umano. In altre parole, per alcuni era come se ci fosse stata una cesura tra quello che mio padre era stato per quasi tutta la sua vita e quello che fu nell’ultimo periodo della malattia.
Se nel caso di mio padre, che ha mantenuto quasi fino alla fine un certo grado di responsività, il dubbio che lui fosse una persona non si è mai posto; diversamente, quando si ha a che fare con individui affetti da disordini della coscienza (in particolare, lo stato vegetativo), la questione sembra assumere una maggiore rilevanza non solo filosofica ma anche umana, proprio sulla base della mancanza – reale, presunta o apparente – di responsività e consapevolezza. Come sostengono alcuni, se il soggetto non è più in grado di possedere una vita mentale continua e coerente, ha perduto la capacità di essere consapevole di se stesso e del mondo che lo circonda tanto da non riuscire a intrattenere nessuna relazione con altri individui, può essere considerato la stessa persona che era prima? O, addirittura, è ancora una persona? Persone oltre la mente. Neuroetica dei disordini della coscienza tenta di dare una risposta a tali quesiti, sulla base del fatto che per noi “persona” è un termine intrinsecamente morale e legato alla promozione della dignità. È chiaro che negare o affermare la persistenza della persona nei pazienti con disordini della coscienza può portare a conseguenze molto diverse sul piano della cura e della pratica medica.


L'Autore

Federico Zilio è ricercatore e docente presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova. Dal 2018 collabora inoltre con l’unità di ricerca Mind, Brain Imaging and Neuroethics dell’Università di Ottawa, diretta dal prof. Georg Northoff. È membro del Comitato Etico per la Cura e la Buona Assistenza della Persona presso l’OPSA di Sarmeola di Rubano. Le sue attività di ricerca si sviluppano principalmente nel campo della neuroetica della coscienza e delle neurotecnologie. Ha già al suo attivo diverse pubblicazioni in ambito filosofico-morale e neuroetico, tra cui il volume Consciousness and World. A Neurophilosophical and Neuroethical Account (Pisa 2020).

Quando

il 09/04/2025 dalle 17:30 alle 19:30 (Europe/Berlin / UTC200)

Dove

Biblioteca di Filosofia - Università di Padova

Telefono

+39 049 8274750

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