Open Access
Open Access: accesso aperto alla letteratura scientifica
L'Open Access (Accesso Aperto), nato originariamente come movimento all'interno del mondo accademico, promuove la condivisione e la diffusione del sapere scientifico attraverso il libero accesso ai risultati della ricerca.
L'Università di Padova e l'Open Access
L'Università di Padova, tra i primi Atenei firmatari della Dichiarazione di Messina (il documento di adesione delle Università italiane alla Dichiarazione di Berlino, l'atto formale di avvio del movimento Open Access), fa propri i principi dell’accesso pieno e aperto alla letteratura scientifica e promuove la libera disseminazione in rete dei risultati delle ricerche prodotte in Ateneo, nel rispetto della Legge Italiana sull'accesso aperto n. 112/2013, per assicurarne la più ampia diffusione possibile, come definito nel proprio Statuto [Titolo III, Art. 56, Comma 3], nella “Policy sull’Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica” approvata dal Senato Accademico l'8 giugno 2015 e nel “Regolamento per l'Accesso Aperto (Open Access) alla produzione scientifica dell'Università di Padova”, approvato dal Senato Accademico l'11 luglio 2017.
Policy sull’Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica
Regolamento per l'Accesso Aperto (Open Access) alla produzione scientifica dell'Università di Padova
L'Università di Padova è inoltre attiva nel promuovere l'accesso aperto alla letteratura scientifica organizzando iniziative di formazione periodiche ed eventi pubblici come convegni e seminari.
Rapporto 2022 (2019-2022) sull’Open Access nell’Università degli Studi di Padova
La Commissione europea e l'Open Access
La Commissione Europea sostiene la pubblicazione in modalità Open Access dei risultati di ricerche finanziate e fornisce infrastrutture e linee guida per il deposito negli archivi istituzionali ad accesso aperto, in particolar modo attraverso il progetto OpenAIRE.
L'Open Access è la principale modalità di pubblicazione prevista dai mandati di enti e istituzioni finanziatori di progetti di ricerca nazionali ed europei.
In particolare, per i progetti finanziati nell'ambito dei programmi quadro “Horizon 2020” e “Horizon Europe”, le pubblicazioni derivate dall'attività di ricerca devono essere obbligatoriamente disseminate ad accesso aperto, come previsto dalla clausola 29.2 del Multi-beneficiary Grant Agreement: “Each beneficiary must ensure open access (free of charge online access for any user) to all peer reviewed scientific publications relating to its results”. Pertanto, chiunque acceda a un finanziamento UE (ERC, Horizon, MSCA) dovrà assicurare l'accesso aperto a tutte le pubblicazioni “peer reviewed” che presentano i risultati dei progetti finanziati o co-finanziati.
Il Journal Checker Tool è uno strumento predisposto da Plan S per verificare le riviste rispetto ai requisiti open richiesti dai finanziatori.
I colori dell'Open Access
Green Open Access
Anche pubblicando in una rivista in abbonamento o in una monografia accessibile a pagamento è possibile pubblicare una versione aperta della propria opera. Infatti, l'auto-archiviazione (o Green OA) è una delle strategie per rendere aperta la propria produzione scientifica. Consiste nel caricare il proprio lavoro, nella versione consentita dall'editore o dalla licenza scelta, in un archivio istituzionale o disciplinare/tematico Open Access, senza costi accessori per l’autore.
Le versioni ammesse per la ripubblicazione Green OA, variabili rispetto le policy dei singoli editori, sono la versione pre-print o submitted (non referata, author's manuscript - AM), la versione post-print o accepted (= dopo peer review, senza editing finale, detta anche Author's Accepted Manuscript - AAM) e, in misura molto minore, la versione editoriale (Version of Record - VoR).
Spesso è richiesto dagli editori un periodo di embargo (di norma per le versioni postprint ed editoriale), prima di poter rendere il contributo aperto; la scadenza dell'embargo viene indicata durante il deposito del documento nell'archivio istituzionale.
Il contributo Green OA può essere corredato di una licenza open di riutilizzo, scelta dagli autori o definita dalle policy dell’editore.
Strumenti per verificare le policy degli editori e reperire versioni Green OA dei documenti di ricerca:
- Open Policy Finder: piattaforma che raccoglie informazioni sulle policy sull’auto-archiviazione di editori e riviste
- ShareYourPapers: strumento a disposizione degli autori per verificare quali versioni del proprio documento possono essere condivise ad accesso aperto
- Unpaywall, Dissemin e Open Access Button: per reperire contenuti Green Open Access presenti in server di preprint, postprint ed istituzionali
Gold Open Access
il contributo è reso immediatamente disponibile dall’editore accademico in un contenitore (rivista o volume seriale/monografico) completamente Open Access, previo il pagamento di un contributo denominato APC (article processing charge).
Generalmente il copyright è mantenuto dagli autori o dalle società scientifiche che editano la rivista/monografia pubblicata con una licenza che ne consente diversi livelli di riutilizzo. Possono essere previste agevolazioni per le autrici e gli autori al pagamento dell’APC.
Diamond Open Access
Pubblicazione in Open Access immediato senza pagamento di una quota APC. Il copyright può essere mantenuto dall'autore e le licenze open applicate permettono condivisione e riutilizzo (generalmente tramite le licenze Creative Commons). La Directory delle riviste OA (DOAJ) consente di individuare facilmente le riviste accademiche non-profit Diamond.
Un sottogruppo di queste riviste è detto Platinum Open Access, quando la licenza applicata al contributo (pubblicato OA senza APC) è solo la Creative Commons CC-BY, che permette il più ampio utilizzo del contenuto pubblicato.
Hybrid Open Access
Definito con nomi commerciali come open choice, open select e simili, l’open access ibrido si verifica quando un contributo è pubblicato su una rivista in abbonamento (o in una miscellanea a pagamento), ma diviene immediatamente disponibile a titolo gratuito sul sito dell’Editore, con l'aggiunta di una licenza open di riutilizzo (in genere CC – Creative Commons), previo il pagamento da parte degli autori dell’APC.
Particolare attenzione va posta dagli autori alla licenza che correda il contenuto Open ibrido, affinché sia consentita la ripubblicazione in piattaforme diverse da quella dell’editore.
Il modello Hybrid OA implica il fenomeno dell’aumento dei costi per leggere e pubblicare, il c.d. double dipping, affrontato dalle istituzioni di Ricerca e accademiche tramite l’avvio di contratti trasformativi publish & read.
Bronze Open Access
Quando il contributo pubblicato è, immediatamente o dopo un determinato periodo, disponibile gratuitamente sul sito dell’editore, senza che sia indicata una licenza aperta o un'attestazione trasparente dei diritti spettanti agli autori e ai riutilizzatori. Ciò ne determina uno status non chiaro dal punto di vista della proprietà intellettuale e del connesso riuso dei contenuti pubblicati, sebbene sia a volte previsto il pagamento da parte degli autori di una APC.
Infografica I colori dell'Open Access
Mini guida Open Access: la strada migliore, per scoprire tutti i vantaggi dell'Open Access
Agevolazioni per gli autori
Grazie a specifici accordi stipulati con gli editori, gli autori Unipd che desiderano pubblicare il proprio lavoro ad Accesso aperto (Open Access) possono usufruire di sconti o agevolazioni sul pagamento delle APCs (Article Processing Charges).
La negoziazione nazionale CARE / CRUI sta trattando con i maggiori editori internazionali una nuova tipologia di accordi - definiti “trasformativi” - che prevedono per gli autori delle istituzioni che aderiscono a questi contratti la possibilità di pubblicare ad Accesso aperto (Open Access) senza costi aggiuntivi per l'autore poiché tali spese rientrano già nel costo del contratto e vengono quindi sostenute a monte dalle rispettive Università.
Green Open Access all'Università di Padova: l'auto-archiviazione in Padua Research Archive
Una delle strategie promosse dal movimento Open Access è l'auto-archiviazione (self-archiving) di un documento di ricerca, nella versione preprint, postprint o VoR, come consentito dall'editore, in un archivio ad accesso aperto, istituzionale o disciplinare.
La pratica dell'auto-archiviazione è accettata dalla maggior parte degli editori: per conoscere le singole politiche e verificare se il documento può essere reso pubblico contestualmente alla pubblicazione della versione editoriale o dopo un periodo di embargo, è utile consultare il servizio Open Policy Finder.
L'auto-archiviazione è vantaggiosa per gli autori perché rendono immediatamente disponibile il loro lavoro a tutta la comunità scientifica internazionale, scegliendo il mezzo di pubblicazione che preferiscono, senza il pagamento di APC Open Access. Inoltre, i testi vengono letti da una platea più ampia e di conseguenza vengono citati di più rispetto agli articoli "chiusi" e riservati ai soli abbonati.
Nel Regolamento per l'Accesso Aperto (Open Access) alla produzione scientifica dell'Università di Padova è previsto l'obbligo di deposito nell'archivio Padua Research Archive di una copia di tutti i prodotti di ricerca pubblicati dagli utenti istituzionali.
Padua Research Archive (PRA) è l’archivio istituzionale della produzione scientifica dell’Università degli Studi di Padova: ha lo scopo di raccogliere, documentare, conservare e pubblicare, anche ad accesso aperto, tutti i prodotti della ricerca dell’Ateneo. Utilizza la piattaforma IRIS (Institutional Research Information System), basata su tecnologia DSpace e personalizzata da Cineca.
I vantaggi di un singolo archivio istituzionale sono:
- l'ufficialità: è l'istituzione che gestisce l'archivio che garantisce l’autorevolezza dei documenti in esso contenuti
- la persistenza dell’informazione in rete e la conservazione a lungo termine sono maggiormente garantite
- il controllo dell'allegato full-text per l'accesso aperto da parte del gruppo dedicato del Sistema Bibliotecario d'Ateneo.
Il Regolamento per l'Accesso Aperto offre ulteriori motivazioni:
- l'aumento della visibilità della ricerca condotta presso l'Università di Padova
- l'aumento della rilevanza dei contributi scientifici nella considerazione internazionale, a favore del confronto di idee e posizioni
- l'aumento dell'efficienza nell'ottenimento di dati e documenti, grazie all'indicizzazione specializzata
- la centralizzazione della gestione documentale in un unico raccoglitore, evitando la dispersione delle risorse in archivi locali
- la risposta alle esigenze degli enti finanziatori.
Maggiori informazioni sulle modalità di accesso e di deposito dei lavori di ricerca in Padua Research Archive sono disponibili nelle pagine dedicate al catalogo all'interno del sito dell'Ateneo.
Esistono molti archivi aperti, disciplinari o interdisciplinari. I più conosciuti sono Zenodo, arXiv.org, RePEc.org, PubMed Central (PMC).
Il registro internazionale OpenDOAR permette di identificarne altri, verificandone contestualmente le principali caratteristiche.
Per approfondire
Corso on-line Scholarly Communication and principles of Open Science su piattaforma Moodle SBA
- Regolamento per l'Accesso Aperto (Open Access) alla produzione scientifica dell'Università di Padova
- Policy sull’Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica dell'università degli studi di Padova
- Licenza di distribuzione su Padua Research Archive
- Dichiarazione di Berlino
- Berlin 5 - Padova, 2007
- Linee guida CRUI
- Tutto quello che serve sapere sull'Open Access - OpenAIRE FAQs
- AGA - Annotated Model Grant Agreement (H2020 Programme, 26/06/2019)
- EU Grants: Annotated Model Grant Agreement (v0.2 DRAFT, 30/11/2021)
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