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Sistema Bibliotecario di Ateneo
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La biblioteca

La Biblioteca

La Biblioteca di Storia è nata dalla fusione dei patrimoni bibliografici degli ex istituti di Storia medievale e moderna, di Paleografia e Diplomatica (questi siti fino al 2006 nel Palazzo del Capitanio, I piano) e di Scienze Religiose (già in via Daniele Manin), che vennero a formare il Dipartimento di Storia, poi divenuto DiSSGeA - Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità.

Le principali aree di interesse della biblioteca, consolidate da vari decenni, sono: Storia medievale, moderna e contemporanea, Storia delle Venezie, Storia del Cristianesimo, Letteratura cristiana antica, Paleografia, Archivistica e Biblioteconomia.

Più recentemente si sono affiancate altre aree disciplinari divenute importanti nella didattica dei corsi di laurea in Storia e Scienze storiche, quali: Antropologia culturale, Storia delle donne e di genere, Storia del mediterraneo, Storia dell’America, Storia Globale, Mobility studies e Storia dei Paesi dell'Europa orientale.

Dal 2001 occupa la sede di Palazzo Luzzatto Dina lungo via del Vescovado, edificio storico del centro cittadino lasciato in eredità all'Università di Padova dalla marchesa Augusta Luzzatto Dina vedova Buzzaccarini.

La Biblioteca di Storia, insieme alle Biblioteche di Filosofia, di Scienze dell'antichità arte musica Liviano e Beato Pellegrino, fa parte del Polo Umanistico, nato nel 2018 dall'accorpamento dei preesistenti Polo di Lettere e Polo Beato Pellegrino.

 

Il Palazzo

L’edificio fu per oltre tre secoli la principale abitazione padovana della famiglia Selvatico. I primi immobili nella contrada del Duomo, attuale via del Vescovado, furono acquistati nel 1406 da Antonio Selvatico. Il patrimonio fu incrementato dai discendenti, in particolare nel 1553 quando Bartolomeo Selvatico ottenne una casa dei canonici della Cattedrale, che un tempo era stata l’abitazione di Francesco Petrarca, posta alle spalle del palazzo, lungo l’attuale via Dietro Duomo, insieme all’orto annesso. Il fratello Girolamo acquistò invece nel 1588 un altro immobile, in angolo con l’odierno vicolo Selvatico Estense, corrispondente all’attuale ingresso riservato al personale del Dipartimento di via del Vescovado, che venne incorporato definitivamente nel palazzo principale. 
Nel corso del XVII secolo, a opera dei due figli di Bartolomeo, Benedetto, professore di Medicina all’Università di Padova e del fratello Giovanni Battista, professore di Diritto Canonico, il complesso di edifici messo insieme dai Selvatico nei due secoli precedenti assunse l’aspetto pressoché unitario ancora oggi visibile (per quanto non del tutto completato nella facciata interna). Tali ristrutturazioni dovute a un architetto tardo manierista (sono stati proposti i nomi di Vincenzo Dotto o di Giuseppe Viola Zanini) si conclusero per la parte affacciata su via del Vescovado entro il 1623, data apposta sulla targa commemorativa ancora oggi presente nell’androne. A quest’epoca risale la costruzione della palazzina posta sul retro, in fondo al cortile, dotata di giardino ornamentale
Altri lavori furono intrapresi dai discendenti di Benedetto, come la costruzione nel 1693 di un grande salone al piano nobile, decorato da stucchi, oggi sala di lettura della Biblioteca di Storia. Negli stessi anni fu costruito anche un cortile di servizio con ingresso da via Dietro Duomo, collegato con quello principale attraverso le scuderie, oggi note con il nome di Palazzo Jonoch Gulinelli. Infine, intorno al 1780, il canonico Giovanni Andrea Selvatico fece costruire una nuova appendice di due piani a nord della palazzina e ristrutturare alcuni ambienti già esistenti, alcuni con decorazioni a stucco e pitture murali, dovute a pittori decoratori scenografi dell’epoca, come Paolo Guidolini e i fratelli Mauro, ai quali è attribuita una sala al piano terra oggi nota come Sala delle Vedute Prospettiche.
La famiglia Selvatico, ben inserita nel ceto nobiliare padovano sin dal 1430, ottenne nel 1749 per concessione del duca Francesco III d’Este il titolo di marchese e l’aggiunta di Estense al cognome: dal tardo Settecento ebbe come residenza principale Palazzo Frigimelica Roberti Montesi nella vicina via Tadi. Pietro Selvatico Estense (1803-1880), critico d’arte, presidente e docente all’Accademia di belle arti di Venezia ed architetto di fama, nel 1852 decise di vendere il palazzo a Beniamino e Pellegrino Dina.

 

Augusta Luzzatto Dina

Appartenenti all’alta borghesia imprenditoriale ebraica, i Dina lasciarono il palazzo ai figli della sorella Enrichetta, sposa di Giacobbe Luzzatto, i quali assunsero il doppio cognome Luzzatto Dina. La discendente Augusta, che sposò nel 1923 il marchese Antonio de’ Buzzaccarini di antica nobile famiglia padovana, prese stabile dimora nel palazzo in via del Vescovado, allestendo nei locali adiacenti al giardino il suo atelier di scultura e usando lo pseudonimo di Galastena.

In memoria dell’unico figlio Pier Galeazzo Buzzaccarini, morto giovanissimo, nel suo testamento lasciò il complesso edilizio all’Università degli studi di Padova perché ne facesse una delle sue sedi, chiedendo che vi fossero conservate alcune tra le opere artistiche da lei create, e che il luogo servisse all’Università per “perpetuarvi inalienabilmente i fini di scienza e incontro di culture”.

Augusta Luzzatto Dina morì nel 1989; successivamente l’Università di Padova curò il lungo restauro del palazzo e nel 2001 vi inaugurò la Biblioteca.

Nel 2006 infine fu trasferito a Palazzo Luzzatto Dina anche il Dipartimento di Storia, confluito nel 2012 nel DiSSGeA - Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità.